La legge fondamentale della vita in Dio
Tesori Nascosti, pubblicato a Febbraio 1932
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“Ma è Dio che giudica; egli abbassa l’uno e innalza l’altro” Salmo 75:8. “Non dipende dunque né da chi vuole né da chi corre, ma da Dio che fa misericordia. Così dunque egli fa misericordia a chi vuole e indurisce chi vuole. ” Rom. 9:16,18.”Chiunque si innalzerà sarà abbassato e chiunque si abbasserà sarà innalzato.” Mat. 23:12. “Così anche voi, giovani, siate sottomessi agli anziani. E tutti rivestitevi di umiltà gli uni verso gli altri, perché Dio resiste ai superbi ma dà grazia agli umili.” 1 Pietro 5:5. “Umiliatevi davanti al Signore, ed egli v’innalzerà.” Giacomo 4:10. “ Prima di essere afflitto, andavo errando, ma ora osservo la tua parola. È stata un bene per me l’afflizione subita, perché imparassi i tuoi statuti. Io so, SIGNORE, che i tuoi giudizi sono giusti, e che mi hai afflitto nella tua fedeltà.” Salmo 119:67,71,75.
Se Dio umilia o innalza, indurisce o benedice, fa riuscire o fallire, non lo fa tanto per. Lo fa sempre, in tutti i casi e con tutti secondo determinate leggi.
La legge più importante è quella della modestia o dell’umiltà. Che cos’è l’umiltà? Non sta nel tono lamentoso o in belle frasi piene. Sta nel riconoscere chi sei occupando il posto che ti corrisponde.
Se un giovane, ad es. si sottomette a un anziano, è umile. Riconosce di essere giovane e si pone sotto quelli più grandi.
Nei versetti sopracitati si parla di due gradi di umiltà: 1. Umiliarsi e 2. Farsi umiliare. L’umiltà coincide con l’amore per la verità. La verità è che in ogni ambito generalmente si è troppo pieni di sé. Attraverso l’amore per la verità, 2 Tess. 2:10, lo si ammette, e in una testimonianza o in un altro modo ci si umilia concordemente alla luce della verità che splende dalla parola di Dio.
Il primo livello di umiltà è che ci si giudica volontariamente, 1 Cor. 11:31-32, umiliandosi spontaneamente.
L’umiltà di secondo livello è quando qualcuno arriva all’ammissione dopo essere stato umiliato da Dio, quando viene giudicato personalmente da altri o da determinati eventi. In questo caso, ha bisogno di un aiuto particolare per essere umile. Senza quest’aiuto non sarebbe in grado di riconoscere la sua malvagità. Quando la luce splende nelle riunioni senza essere diretta ad alcune persone in particolare, non ci si accorge che colpisce qualcosa di se stessi. Bisogna che venga detto personalmente, affinché se ne accorga.
Nella migliore delle ipotesi, ci si va a sedere un po’ più indietro, perché lo si considera il posto adatto. Nell’altro caso ci si va a sedere più avanti, ma quando l’ospite gli fa capire che il suo posto è più indietro, si vergogna e si siede immediatamente dietro.
Se esita nel fare questo, possiamo definirla un’umiltà di terzo livello. E se qualcuno non arriva al riconoscimento e non si umilia affatto, questa è superbia e orgoglio. Quindi non riceverà alcuna pietà, nessun aiuto per la salvezza.
Tutto gira attorno alla realtà, ai fatti. Oltre a quanto sopra nominato, esiste un altro tipo di umiltà, vale a dire l’umiltà falsa e ipocrita. Quella consiste in parole, tono ed espressione facciale che hanno l’aspetto di umiltà, ma che – quando si tratta di forza, di realtà – si rivelano solamente recitazione.
Umiliarsi significa occupare il posto giusto da sé. Essere umiliati è essere messi al posto giusto da altri con la propria approvazione. Essere orgogliosi significa voler difendere e mantenere un posto, che non spetta di diritto.
Elias Aslaksen.