Io sono stato crocifisso con Cristo
Dal libretto “Riposa in dio”, pubblicato nel 1950
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“Sono stato crocifisso con Cristo, e non sono più io che vivo…” Gal 2, 20.
Questa è la parola centrale per poter raggiungere il riposo in Dio. Se noi crediamo a questa parola, il che avviene purtroppo molto raramente, questo avviene certamente, secondo il versetto. Ma generalmente nonsi crede proprio questo. Si nasconde la parola invece di crederla e così ci si esclude da questa meravigliosa liberazione e dal riposo in Dio, in cui alcuni entreranno. Possa tu, che leggi queste righe, diventare uno di questi “alcuni”!
Perché non entrare preferibilmente in questo riposo, piuttosto che restare continuamente in tutta quella cattiva agitazione, in tutti quegli (a causa della tua mancanza di fede) inutili tormenti?
La verità è semplice e cristallina: Tutta l’ansia è riposta nel vecchio uomo. Quando il vecchio uomo, attraverso una fede vivente nella Parola, Rm 6,6, è stato realmente crocifisso con Cristo e viene spogliato, Ef 4,22, allora cessa naturalmente tutta l’agitazione e sopraggiunge il corrispondente riposo.
Un tipico esempio in relazione a questo profondo segreto, è la nota espressione che viene usata nelle pubblicazioni di cordoglio: “N.N. è entrato nel riposo”. Quindi morendo! Leggi ora nuovamente Gal 2,20 ed anche Rm 6,7.
Quello che è talmente misterioso e sconosciuto a causa della mancanza di fede, è che attraverso una fede vivente nella Parola è possibile morire anche se si vive ancora in questo corpo; morire al peccato e di conseguenza a tutta questa frequente agitazione nel cuore e nell’anima, mentre il corpo svolge ancora la sua opera sotto la schiavitù della fugacità. Queste due cose – anima e spirito – non appartengono infatti legittimamente insieme.
La parola penetra e divide. Una parte viene separata ora. La nostra speranza è di liberarci più tardi per sempre anche dell’altra parte! Alleluia!
La cosa più grande che possa accadere ad una persona qui nel pellegrinaggio, è che possa essere detto in verità di lui o di lei, che sono entrati nel riposo, mentre portano ancora questo corpo mortale.
di Elias Aslaksen
